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Fenice: una storia zen sulla rinascita!

Storie zen. Dopo tempo, nella rubrica “Zenlife”, il nostro sito zeneconomy ospita una storia di rinascita ma anche di furbizia. L’araba fenice oltre ad essere una figura ripresa nelle religioni di ogni tempo, è un esempio di come si possa ricominciare. La rinascita di Gesù Cristo, come la resurrezione del volatile piumoso, ci insegnano metaforicamente a non mollare, a credere in noi stessi ed a raggiungere i nostri obiettivi. 

Il padre, il figlio e l’araba fenice

Due pellegrini, padre e figlio, camminavano per le vie dell’Arabia Saudita alla volta di Ryad. Venivano da una zona povera, al sud della penisola arabica e si erano incamminati in cerca di fortuna.

Piogge e siccità attanagliarono il loro percorso. Il figlio un giorno chiese al padre: “Padre, sono stanco di camminare, il cammino è lungo e sento che non ce la faremo. Rimarremo poveri e non troveremo fortuna”. Il padre, cerco di incoraggiare il figlio, dicendogli di non mollare e che la vita è come una fenice, spesso ricomincia più bella di prima. 

Il figlio stizzito rispose al padre: “sono tutte fandonie, la fenice non esiste”. Durante il loro cammino, incontrarono un povero uccello malnutrito, quasi in fin di vita. Il padre lo accolse con sè e gli diede dell’acqua. Il figlio non approvò il gesto. Era una bestia quasi morta, tanto vale lasciarla perire nel deserto. Tanto più che i viveri e l’acqua scarseggiavano.

Dopo tanti giorni di viaggio, i due erano al freddo, nei pressi di una piccola montagna. L’uccello era in fin di vita e si mise al caldo vicino al poco fuoco che erano riusciti ad accendere. Quella notte il povero ragazzo non riuscì a dormire molto bene. All’improvviso, nella notte, una luce svegliò i due, la piccola bestia era scomparsa ed al suo posto, era sorto un’enorme uccello lucente. Era la fenice. 

Il padre ne fù felice ed il ragazzo non credette ai suoi occhi. L’uccello indicò loro di seguirli: dopo poco erano a Ryad. La vita ricominciò da lì. Il giovane aveva imparato la lezione.  Una lezione che l’avrebbe accompagnato tutta la vita.  Mai scoraggiarsi nella vita.

L’araba fenice tra mito e fantasia

La nostra storia zen, ci insegna qualcosa di molto profondo. Mai arrendersi alle prime difficoltà. Ma cos’è l’Araba Fenice?E’mai esistita?

I primi a parlare dell’Araba Fenice furono gli egizi. Secondo le scritture sacre egiziane, la Fenice era un uccello di fuoco molto adorato nell’antichità e prendeva il nome di Bennu.

Secondo la tradizione araba, l’uccello, dopo aver vissutoper lunghi periodi, al sopraggiungere della morte, si appartava in cima ad una querciao una palma per risorgere. Esso accatastava tutti i ramoscelli che trovavainsieme a incenso, cannella, mirra e altre piante balsamiche. In questo nido siaccasciava attendendo i raggi di sole che, l’avrebbero incendiato.

Tuttavia, la sua fine era accompagnata dal suo canto ed il fumo, per via delle erbe balsamiche,emanavano un profumo inebriante.

Dopo nove giorni, in poco tempo dalle ceneri, emergeva un piccolo volatile che diventava grande e radioso: la nuova araba Fenice. Inoltre, in tre soli giorni diventava un uccello meraviglioso. Il più bello dei volatili esistenti.

Cosa ci insegna questa storia? In questa storia si intrecciano tutte le religioni, il cristianesimo, gli assiri, gli inca, gli aztechi, i sumeri, la mitologia cinese, ebraica e buddista.

infine è opportuno dire che il forte insegnamento della Fenice ha attraversato secoli di storia ed è giunta a noi, anche attraverso le pagine del nostro blog.

 

 

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